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" ORBITA 2023/DIAFANIE.MATERIA E LUCE"


ORBITA inaugura il 2023 all’insegna della danza contemporanea e lo fa con “Diafanie – Materia e luce”, una stagione di spettacoli che si battezza come il primo passo ufficiale di Orbita in qualità di centro nazionale di produzione della danza, titolo attribuitogli dal Ministero della Cultura. Lo scopo è di dare vita ad un appuntamento abituale per il pubblico romano, avvicinandolo ad un programma che segue la supervisione attenta di Valentina Marini e che si scandirà fino al 17 maggio lungo un tragitto fatto di quattro diversi focus. Il primo si è focalizzato sulla compagnia Abbondanza/Bertoni, realtà affermata e consolidata del panorama contemporaneo italiano.

“C’è vita su venere” è il brillante e poetico ritorno alle scene di Antonella Bertoni che non si risparmia di certo dall’essere lei stessa il corpo e l’anima del pezzo: si consuma fino all’ultimo gesto alla ricerca di restituirci, in una vera marea fucsia di note, oggetti e contrazioni, la storia di una donna che intorno al suo nido è un po' cigno, un po' gallina, un po' fenice. E’ il suo uovo il principio e la fine di un ciclo che sembra destinato a non conoscere la parola fine. Così pienamente umana è l’interpretazione della Bertoni che assottiglia sempre di più la patina della “finzione” scenica quando nella seconda parte del suo solo libera dal velo della maschera - letteralmente svelando - il suo viso onesto e segnato, anticamera dell’ultima metamorfosi, quella di una creatura che cammina sulle spoglie della ormai arida e passata marea fucsia, la dimensione di cui legge le tracce ma che non riconosce più. La firma congiunta di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni stasera ci conferma che, pur trattandosi di un mito, quello dell’araba fenice, l’assonanza con l’esistenza umana è efficace, nello specifico con quella di una donna che evolve pur sapendo di essere destinata alla corrosione senza però prescindere di farlo intorno al proprio nido, dove sa - o spera - che la vita continuerà. E noi con lei.

Incorporato alla serata il contributo creativo di Mauro Astolfi con “Unknown Woman”: si staglia nella penombra il corpo agile ed intermittente di Maria Cossu. Un’indagine piena di andamenti controversi e inaspettati dove il vero spettro di luce è interamente profuso dallo sguardo della Cossu, quello che Astolfi conosce da vent’anni e che rende la sua danzatrice così preziosa e rara. Gli occhi della Cossu sono la parte del suo corpo, di per sé abile strumento di narrazione, che più trapela pensieri, emozioni e silenzi. A seguire il duo “Trust” che trova un punto di incontro – a proposito di duetto - tra la penombra indagativa astolfiana, che stasera più che mai tangibile, e la voglia di dare

azione al rapporto umano nell’ottica del “gioco”, dove sperimentazione, divertimento e difesa sono gli elementi di una miscela chimica che ci consegna a fine serata un ritratto femminile di una coppia che si incatena ma rimane aperta: le diversità si fondono ma la scelta coreografica è di tenere vivo l’impulso autentico del 1+1, fino all’ultimo passo. Con questi due pezzi la Spellbound Contemporary Ballet sottolinea in pieno la tematica che Orbita ha scelto per questa stagione 2023: la diversa trasparenza nel rapporto tra materia e luce.

Per Radiodanza Valerio Villa



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